L’ Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), nella sua adunanza del 4 giugno 2024, ha deliberato di formulare alcune osservazioni in merito alle relazioni pubblicate ex articolo 30 del d.lgs. n. 201/2022 (recante il Riordino della disciplina dei servizi pubblici locali di rilevanza economica) sul portale dedicato alla Trasparenza dei Servizi Pubblici Locali dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, contenenti le ricognizioni della situazione gestionale dei servizi pubblici locali di rilevanza economica affidati nei territori dei rispettivi enti competenti. Il documento, inviato dall’AGCM alla Conferenza Stato-Regioni, all’ANCI e all’UPI, restituisce un quadro di forti carenze e criticità nella gestione dei servizi pubblici locali: criticità che, nel settore dei rifiuti, riguardano principalmente il fronte della trasparenza e quello della concorrenza.
Di seguito il testo integrale del documento dell’Antitrust:
Dal punto di vista della trasparenza, la Ricognizione rileva una “diffusa mancanza di informazioni”, che include anche la “mancata indicazione”, per molti affidamenti disposti dai comuni, nei piani di revisione delle partecipazioni adottati ai sensi dell’articolo 20 del TUSPP, “delle ragioni che, sul piano economico e della qualità dei servizi, giustificassero il mantenimento dell’affidamento del servizio alle società partecipate in house”.
Tra i diversi elementi di criticità rilevati dall’Antitrust ci sono quelli inerenti i seguenti aspetti:
In riferimento alla gestione dei rifiuti negli affidamenti in house, nella relazione dell’Antitrust è riportato quanto segue:
Con riguardo al servizio di gestione dei rifiuti, particolarmente significativi sono invece i dati, a tratti allarmanti, sulla raccolta differenziata. Dalle analisi effettuate, infatti, è emerso che la misura percentuale della raccolta differenziata realizzata nei territori gestiti dalle società oggetto della ricognizione in molti casi – soprattutto nelle Regioni del Sud Italia e nelle Isole – si discosta in negativo dalla media di raccolta differenziata della Regione interessata, delle macro aree geografiche di riferimento, nonché dalla media nazionale (pari, nel 2022, al 65,16%), raggiungendo livelli minimi fino al 15,2%. In alcuni casi, le stesse ricognizioni hanno segnalato ulteriori circostanze di disservizio, in spregio della soddisfazione dell’utenza e del benessere della collettività di riferimento.
Visto che l’AGCM ha riscontrato, per molti affidamenti disposti dai Comuni, la mancata indicazione delle ragioni che, sul piano economico e della qualità dei servizi, giustificassero il mantenimento dell’affidamento del servizio alle società partecipate in house, l’Autorità auspica che tali Enti “si adoperino sollecitamente per far fronte alle numerose inefficienze emerse nella concreta gestione dei servizi affidati.”
Le criticità sul fronte della Concorrenza sono quindi evidenti e l’AGCM ha sottolineato come nel settore dei rifiuti sia notevolmente diffusa la tendenza a favorire la “commistione tra le funzioni di regolazione, di indirizzo e di controllo, e quelle di gestione dei servizi, in virtù della partecipazione diretta detenuta dall’ente d’ambito nel capitale sociale del soggetto incaricato della gestione del servizio”. Un fenomeno che in diversi casi interessa anche le Regioni e che, secondo l’Antitrust, rappresenta una violazione del vincolo di scopo, e in quanto tale “suscettibile di creare una situazione di pericolo idonea a distorcere le dinamiche di mercato “, e rispetto al quale si auspica una presa di posizione immediata da parte degli enti coinvolti.
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